VIAJE EN PARAGUAY (HAY QUE SENTIRLO)
28
FEBBRAIO 2016 --- 15 MARZO 2016
SI DICE, ANZI E’
STATO DIMOSTRATO, CHE IL GIARDINO DELL’EDEN SI TROVAVA QUI AL CENTRO DEL NUOVO
MONDO, NEL CUORE DEL CONTINENTE INDIANO – UN LUOGO REALE, EFFETTIVO, FISICO- E
CHE QUI FU CREATO L’UOMO. FORSE UNO QUALSIASI DI QUESTI ALBERI ERA L’ALBERO
DELLA VITA
A.ROA BASTOS
Figlio di uomo
L’ITINERARIO
27 FEBBRAIO SINALUNGA -ROMA - PARIGI
28 FEBBRAIO PARIGI – SAN PAOLO - ASUNCION
29
FEBBRAIO ASUNCION
01
MARZO ASUNCION
- CONCEPCION
02
MARZO CONCEPCION – ISLA BONITA
03
MARZO CONCEPCION – BELEN - CONCEPCION
04
MARZO SANTA ROSA DEL AGUARAY
05
MARZO RANCHO LA LAGUNA BLANCA
06
MARZO VILLARRICA
07
MARZO VILLARRICA – CAAZAPA - VILLARRICA
08
MARZO PUERTO IGUAZU ( ARGENTINA )
09
MARZO CATARATAS DE IGUAZU ( ARGENTINA )
10
MARZO ENCARNACION
11
MARZO TRINIDAD Y JESUS
12
MARZO SAN IGNACIO DE IGUAZU - TANARANDY
13 MARZO AREGUA
14 MARZO ASUNCION – SAN PAOLO - PARIGI
15 MARZO PARIGI – ROMA - SINALUNGA
Costi per 2 persone
Cambio ufficiale al momento del viaggio
1€ = 5950guarani
Cambio ufficiale al momento del viaggio
1€ = 5950guarani
Il Paraguay, insieme alla Bolivia è considerato il Paese
più economico dell’America latina, per i viaggiatori indipendenti. Questo è
quello che avevamo letto su tutti i blog e guide on line prima di partire. Non
posso parlare della Bolivia, ma posso assicurare che il Paraguay è veramente
economico, forse il Paese latinoamericano visitato con il miglior rapporto
qualità prezzo. I mezzi pubblici in città sono estremamente economici e i
collettivos a lunga percorrenza ugualmente, nonché, molto comodi. Gli altri bus
regionali sono leggermene più scalcinati e scomodi, soprattutto se ci si addentra
nelle strade di campagna, ma rimangono sempre economici. Facendo un calcolo
approssimativo si può dire che si spende dai 3€ ai 4€ ogni 100km.Per gli
alloggi scelti durante il nostro viaggio possiamo ritenerci molto soddisfatti.
Una camera doppia con bagno privato e
colazione si aggirava sui 120.000g ( 20€ ). In una occasione abbiamo
pagato anche 70.000g ( 12€ ) ma in questo caso con bagno condiviso e senza
colazione. A voi la scelta. La soluzione più cara, ma anche la migliore con
rapporto qualità/prezzo sopra le mostre aspettative è stato l’hotel Piro’y di
Santa Rosa, dove abbiamo speso 150.000g (25€). Per mangiare si parla di prezzi
economici se ci si limita allo street food. Comunque anche i prezzi nei
ristoranti sono molto economici. Un lomito completo si aggirava sui
12.000/15.000g, uno spiedino di carne sui 2500g mentre un pasto completo di
carne ad un comedor può raggiungere i 20.000g con inclusa una birra fresca. Per
i vegetariani è un problema da queste parti, qui si fa colazione con bistecca
di carne vaccina. !!!! Naturalmente
questo vale per il Paraguay dove abbiamo speso una media di 30€ a persona al
giorno. I due giorni in Argentina hanno alzato notevolmente il budget
giornaliero dove abbiamo speso 60€ al giorno pur dormendo in camerata con altri
3 giovani viaggiatori.
ALCUNI
ESEMPI :
Bagni
pubblici 1000 - 2000
Acqua grande 5000
Chipas 2000 - 2500
Lomitos
arabe 12000 - 15000
Spiedino
di carne 2500 - 4000
Parillada
completa 15000 -
20000
Bus
cittadino 2000 - 2500
Birra
fresca 1litro
8000 - 15000
PERNOTTAMENTI
TOT paraguay 1520000g = 255€ x 13 notti
TOT
argentina 580$A = 38€
x 2 notti
TRASPORTI
TOT 255€ km
percorsi circa 2300km
ATTRAZIONI TOT
50€
SHOPPING VARIO TOT
98€
PASTI E VARIE TOT 362€
SPESE IN LOCO TOT 1058€
per due persone (529€cad)
VOLO A. FRANCE TOT
630€x2 = 1.260€ per due persone
ASSICURAZIONE TOT
75€
TOTALE VIAGGIO TOT 2393€/2 =
1.196€ totale tutto compreso x una persona
Rubrica gastronomica:
SPECIALITA’ INCONTRATE:
Empanadas
Milanese de carne
Milanesa a cavallo
Morsilla
Milanesa de berenjenas
Churrasco
Croquetas de patatas
Pollo asado
Chipas
Lomito
arabe
Lomito
normal
Lomito
completo
Pescado con mandioca
Ensalada russa
Pan de queso
Palmitas
Costilla de cerdo
Parillada
Carne vacuna
Bife a
cavallo
Pizza
Vori
vori de carne
Pascualina jamon y queso
Bife criollo
Pollo en salsa mostaza
Asaditos
Arroz chino
Arroz con verdura
Revido con leche o con huevos
Ensalada de arroz
Ensalada de palmitas
CERVEZA:
Pilsen locale
Brahma
brasiliana
Corona
messicana
Polar
locale
Ouro
fino locale
Il
tererè è la bevanda tipica del Paraguay, una versione di mate argentino però
freddo. Viene preparato a qualsiasi angolo del Paese, con erbe chiamate
REMEDIOS per i problemi di salute. Ogni erba ha la sua funzione. Tutti gli
abitanti hanno sempre a portata di mano il loro bicchiere tipico con bombilla e
un termos per l’acqua. Chi se lo prepara a casa chi lo compra x strada,
l’importante è non dimenticarselo.
Al
mattino a digiuno bevono invece la versione COCIDO cioè caldo ( come il mate
argentino )
SI PARTE
!!!!!!!!
Il viaggio inizia sotto un temporale pomeridiano di fine febbraio e ci accompagnerà per tutto il tragitto fino all’aeroporto internazionale di Roma. Decolliamo in perfetto orario con il nostro volo AIR FRANCE che ci porterà a Parigi in meno di due ore. Breve sosta a Charles de Gaulle per poi salire sul prossimo volo con destinazione San Paolo.
Volo lungo ma perfetto, a parte qualche piccola turbolenza all’altezza dell’arcipelago delle Canarie e nei pressi di Fernando de Noronha. Dopo le undici ore di viaggio verso San Paolo, abbiamo atteso la nostra coincidenza per Asuncion, dove siamo giunti con trenta minuti di anticipo rispetto all’orario previsto. Il viaggio da Roma è durato esattamente 24 ore comprese le soste a Parigi e a San Paolo e finalmente siamo in Paraguay. Dopo aver ritirato qualche MILIONE di Guaranì ( moneta officiale del Paese ) con un taxi condiviso in quattro, abbiamo raggiunto il nostro Ostello, ( https://www.facebook.com/LaCasitaDeLaAbuelaHostalVerde )che avevamo contattato precedentemente dall’Italia. Fernando, ci consegna le chiavi della nostra camera tripla che condivideremo con Giulia, la cugina di Elisa. Ne approfittiamo subito per una doccia ristoratrice prima di iniziare questo viaggio. Inauguriamo il nostro arrivo con una fresca Pilsen, la birra locale e attendiamo il rientro dalla passeggiata di Susanna e Sandro. Condivideremo la prima parte di questo viaggio con due carissimi amici di Firenze che sono in giro oramai da dieci giorni. Bellissimo incontro a più di 10.000km da casa. Dopo i saluti e la seconda birra usciamo per alcune compere ad uno dei supermercati della città e facciamo cena lungo Avenida Carlos Antonio Lopèz. Come prima sera non c’è male, sandwich di milanesa e pollo, arricchiti con pomodoro, prosciutto cotto e uovo fritto. Al rientro in ostello, un signore, gestore di un modesto banchetto di street food, ci invita ad allontanarci da quella strada al più presto. Tra dieci minuti usciranno dallo stadio i tifosi del Cerro Porteno, la squadra capitolina, e avendo perso la partita ci potrebbero essere dei problemi ad incontrarli nel nostro cammino. Tre settimane prima ci sono stati 2 morti durante gli scontri tra tifosi di due squadre rivali, proprio a poche centinaia di metri da dove ci trovavamo. Non sappiamo se credere al signore, fatto sta che ci avviciniamo al nostro ostello per non incappare in nessun guaio. Bienvenidos en Latinoamerica. C’è da dire comunque che anche la capitale, ci è sembrata molto tranquilla, e camminare di notte nelle vie principali non ci è sembrato affatto pericoloso.
29 FEBBRAIO
2016 ASUNCION
La giornata di oggi comincia con una buona colazione offerta dall’ostello, a base di pane tostato e marmellata, margarina, e della frutta. Il caffè lascia un po' a desiderare, ma non c’è di che lamentarsi a queste latitudini. Nonostante l’orario, la temperatura è già piuttosto alta, ma ci mettiamo in cammino verso il centro cittadino. Scendendo lungo Av. Colon, raggiungiamo la zona del porto, da dove si ammira il maestoso rio Paraguay e la Costanera la strada costiera di Asuncion. A pochi passi dal porto, si adagia il pacchiano edificio Lopez, paragonato ad una grossa “meringa” dallo scrittore e giornalista inglese John Gimlette. Il bianco degli anni passati è stato sostituito adesso da uno stucchevole color rosa, forse volendo imitare la CASA ROSADA di Buenos Aires. Il palazzo sorvegliato da alcune guardie dell’esercito, fu residenza del Mariscal Francisco Solano Lopez e fu costruito in maniera tale che il dittatore si sentisse come dentro alla reggia di Versailles. Peccato che il Mariscal, non abbia mai potuto usufruirne, perché impegnato a scappare per cinque lunghi anni dagli eserciti della Triplice Alleanza. Di fronte al Palazzo, si trova la Manzana de la Rivera, un centro culturale con biblioteca interna. E’ considerato l’edificio più antico della città ed è datato 1750. Considerando che oggi è un giorno festivo, che la città è deserta e le attività sono chiuse, ci riteniamo fortunati a poter visitare questa piccola residenza coloniale. Raggiungiamo la Plaza de la Indipendencia, dove possiamo vedere i risultati delle alluvioni di Dicembre e Gennaio. Gli sfollati delle zone basse della città ( Banados), sono accampati su casette di legno e cartone e dovranno accontentarsi di queste sistemazioni almeno fino a giugno, sempre che tutto vada per il meglio. Ai bordi della provvisoria baraccopoli, si adagia il palazzo legislativo, conosciuto con il nome di Cabildo, all’interno del quale ci sono interessanti esposizioni, in particolar modo, la sezione dedicata al musicista Mangorè. Dopo la breve visita al palazzo, la nostra esplorazione continua lungo il margine della piazza, e raggiungiamo la cattedrale metropolitana. La modesta chiesa, ha ben poco da offrire al visitatore, se non un po' di refrigerio e un po' di musica in attesa della santa messa. Ci rinfreschiamo con un liquados all’interno di un bar per poi dirigersi verso la stazione del Ferrocarril. La ferrovia paraguaiana, vanta il primato di essere stata la prima ferrovia costruita in America latina, anche se adesso non è più utilizzabile. La stazione di Asuncion, fu terminata nel 1864 e fu subito inaugurata con una prima corsa verso la cittadina di Paraguary. Peccato, che ancora una volta, il Mariscal Lopez, aveva già segnato la fine di questi anni di splendore. A breve sarebbe iniziata la guerra e i lavori della ferrovia si fermarono. Al momento, la stazione è stata convertita in museo, il quale non abbiamo potuto visitare per via della festività. Plaza de Los Heroes, è il fulcro della capitale, anche se credo abbia visto tempi migliori. La piazza è deserta, e dopo una breve occhiata al modesto mercatino, ci sediamo ad un tavolo del BAR LIDO. Quest’ultimo, è per gli asuncenos, un’istituzione ed offre ai clienti un’ampia scelta di piatti locali a buon mercato. Respirando una Pura Aria Popolare, consumiamo il nostro pranzo di fronte al Pantheon, dove giacciono gli “eroi” del Paraguay. Tra i vari Lopez, anche la salma del dittatore Francia che governo il Paese dal 1814 per ben 26 anni. I lavori di restauro per dare un po' di splendore a questo edificio ci negano la visita. Una lunga passeggiata dopo il pranzo, ci aiuta a digerire, mentre pian piano raggiungiamo il Mercado 4. Ci infrattiamo tra le strette vie che sono state il set cinematografico del film 7 CAJAS, che avevo avuto il piacere di vedere alcuni giorni prima della partenza. Essendo un tipico mercato popolare, non troviamo niente di interessante da comprare, se non una confezione di batterie per la macchina fotografica di Sandro. Usciamo dal labirinto e rientriamo verso il nostro ostello. Cena a base di Butifarra e Morsilla, lungo Av. Carlos Antonio Lopez.
Oggi giornata di spostamento verso il nord del Paese. Dopo la colazione presso la Casita del Abuela, usciamo in strada e attendiamo il bus che ci porti al terminal de omnibus di Asuncion. C’è una leggera pioggia, ma sarà solo l’antipasto di quello che ci aspetterà più al nord. Saliamo sul colettivo n°31 che in 45 minuti ci accompagna alla stazione principale dei bus. Il bus per la nostra destinazione sembra essere partito da soli cinque minuti ( succede sempre così ) ma non ci sono problemi, aspettiamo il prossimo che partirà tra circa un’ora e mezzo. Intanto compriamo il biglietto per Concepcion (80000g) e approfittiamo di un buon cambio per accumulare qualche altro milione di Guaranì. L’ottimo autobus per Concepcion ci aspetta alla piattaforma e dopo aver depositato gli zaini in stiva saliamo in prima fila, al piano superiore del bus con vista eccezionale. La qualità del bus è ottima, seggiolini comodi e reclinabili, per affrontare le 8 ore di viaggio che ci separano fino alla nostra destinazione. Le prime due ore di viaggio servono per uscire dalla zona urbana di Asuncion, e pian piano ci allontaniamo dalle pianure allagate del rio Paraguay. La campagna paraguaiana, è costellata di “ Estancias” o fattorie come potremmo chiamare noi in Italia, dove si pratica l’allevamento del bestiame. La terra da queste parti è di un rosso ocra intenso, che mi riporta con la mente in Australia, ma anche nelle desolate pianure del Burkina Faso. All’improvviso, però alcune palme e i verdi campi da pascolo, mi riportano alla realtà. “Ci troviamo nelle sconfinate pianure paraguaiane”. Non posso immaginare, cosa sia viaggiare nella desolata regione del Chaco, al di là del fiume, nella parte occidentale del Paese. Pensavamo di percorrere le strade del Chaco per raggiungere Concepcion, ma le previsioni metereologiche sconsigliavano quel tipo di viaggio e tutti i bus diretti a nord si limitavano a seguire la ruta 3, anch’essa distrutta dalle alluvioni dello scorsa estate. Dopo 7 ore di viaggio raggiungiamo Horqueta, una cittadina anonima del nord dove ci accoglie un temporale tropicale. Sono le 6 del pomeriggio il sole sta calando anche se oramai è coperto dalle nere nuvole che trasporta la tempesta. Tuoni e fulmini e tanta pioggia ci accompagnano fino a Concepcion. Grazie all’aiuto di un paio di signore sedute dietro di noi, ci facciamo scendere a pochi metri dal nostro hotel. Sta piovendo ancora e le strade di Concepcion sembrano fiumi in piena. Raggiungiamo l’hotel passando da un negozio all’altro cercando di bagnarsi il meno possibile. Sono le 19.15 e il temporale tropicale sembra che abbia terminato la sua potenza iniziale. Giusto il tempo per una doccia e rilassarsi un po' dopo il viaggio, poi usciamo per una cena on the road. La famiglia dell’hotel Concepcion ( nome originalissimo essendo a Concepcion ) è gentilissima e disponibile e ci indica dove poter incontrare qualcosa da mettere sotto i denti. Stasera facciamo cena con Lomitos arabe o tradizionale. Una rivisitazione paraguaiana del kebab… Ottimo ed economico.
Fortunatamente, la sveglia di oggi è accompagnata da un cielo limpido e un tiepido sole che sta salendo in cielo pian piano. Alle 7.30 esco in terrazza e ne approfitto della gentilezza di Ramon, il titolare dell’hotel, per iniziare la mattinata con un caldo mate. Mi spiega ben bene la differenza tra Mate e Tererè e comprendo che il Mate, cioè la bevanda calda, viene bevuta prima di ogni cosa, al mattino, poi dopo colazione si inizia a bere per tutto il giorno la bevanda fredda e cioè il Tererè. Alle 8.00 servono la colazione a base di pane, caffè, dulce de leche e burro. Approfittiamo della bellissima giornata per uscire di buon ora ed esplorare questa cittadina costruita dagli italiani alla fine del XIX sec. Denominata “ Perla del Nord” la città di Concepcion è una tipica cittadina di campagna adagiata sulla sponda orientale del rio Paraguay e la gente da queste parti si muove ancora con i cavalli e i carri. L’obiettivo di questa mattina è di contattare un barcaiolo al porto e poter esplorare la natura che caratterizza questa regione. Percorriamo Av. Don Bosco che attraversa da est ad ovest l’intera città e ci soffermiamo per osservare alcuni esempi architettonici figli di architetti italiani. Il palazzo del vescovo, una cattedrale, ville adornate di porticati e buganvillee, un ufficio postale, il ben curato hotel frances e un teatro oramai abbandonato, ci accompagnano fino al porto. A pochi passi dal molo, dove alcuni signori sono intenti a svolgere la loro attività preferita, scambiandosi il Tererè da una mano all’altra, avvistiamo proprio una fabbrica di yerba. Il Paraguay, che vanta il primato di “primo esportatore di yerba mate”, ha anche il piacere di dare il nome a questo tipo di pianta, conosciuta con il nome di “ ILEX PARAGUARIENSIS”, originaria proprio dell’alto Paraguay. Osserviamo la lavorazione di questa specie vegetale che per gli abitanti del Paese è un’istituzione. Poi mi dirigo verso il fiume e contratto con un barcaiolo l’escursione sul rio Paraguay. L’escursione durerà un’ ora e il costo da dividere in 5 sarà di 100.000g. Attraversiamo una zona conosciuta con il nome di Isla Bonita che dopo le piogge estive è sommersa completamente dalle acque del fiume. Una piccola chiesetta gialla della comunità si rispecchia nelle acque calme del rio, mentre alcuni martin pescatore sorvolano il cielo azzurro costellato di nuvole. Aver avuto tempo, non voglio immaginare la bellezza del Pantanal, che ci avrebbe atteso ancora più a nord. Questa breve escursione ci da comunque un’idea della fauna e della flora che vivono tra i fiumi del Paraguay. Rientriamo al porto e percorriamo le strade lastricate della cittadina in cerca di qualcosa di interessante. Dopo una breve pausa, raggiungiamo Plaza Libertad, dove un piccolo museo e la cattedrale, occupano il lato orientale. Sembra che ieri sera la squadra di calcio cittadina, abbia vinto il campionato e quindi oggi si fa festa e molte attività e istituzioni pubbliche sono chiuse. Le strade sono deserte, non c’è nessuno in giro, e se si aggiunge il fatto che il Paese ha la più bassa densità demografica delle Americhe, ci sentiamo molto spesso soli e abbandonati tra le vie di Concepcion. Rientriamo verso il centro, se così si può definire e diamo un’occhiata al museo a cielo aperto di Av. Augustin Fernando de Pinedo. Una serie di veicoli da guerra, trattori e macchine antiche, sono disposti lungo lo spartitraffico della strada più trafficata di Concepcion. All’estremità settentrionale della strada si erige l’imponente statua di Maria Auxiliadora, che pare più un carro allegorico per il prossimo carnevale che un omaggio alla Madonna. Adiacente alla strada, si trova l’istituto salesiano, dove entriamo a far conoscenza del direttore e di alcuni studenti. Una parte di loro hanno radici e cognome italiano e sono felici di poter scambiare due chiacchere con un gruppo di italiani assai insolito. Naturalmente tutti credono che siamo un’allegra famiglia, ma spieghiamo che siamo solo ottimi amici. Sotto un bel sole, rientriamo verso il mercato centrale, dove consumiamo il nostro lauto pasto. Siamo in ritardo, ma un po' di pesce e della manioca non ce la nega nessuno. Chiediamo di poter bere del Tererè alla simpatica paraguaiana, che si accomoda alla tavola con noi, e si gode l’allegra compagnia. Dopo un giro per il mercato, rientriamo in albergo per usufruire della piscina e per organizzare l’uscita di domani. Grazie al solito Ramon, chiamiamo Alberto, un tassista che ci accompagnerà per l’intera giornata di domani alla scoperta della campagna limitrofa. L’orario di partenza è prevista per le 9.30 e il costo per l’intera giornata è di 200.000g da dividere in 5. Cena lungo la strada principale con l’ottimo lomito arabe assaggiato ieri sera, birra a volontà e poi passeggiata notturna sulle tranquille vie cittadine di Concepcion.
Mentre scrivo queste righe, sono ancora stupito e incapace di comprendere
come mai in molti ci avevano suggerito di passare una giornata da queste parti.
Anche la nostra guida Bradt consigliava vivamente di fare un salto alla Granja,
dove avremmo potuto osservare la fauna e la flora regionale. MA oggi, si è
rivelata la classica giornata del viaggiatore dove ti chiedi più volte : “Ma
cosa ci faccio io qui ? “ Dopo aver letto su internet della granja El Roble,
tutti eravamo entusiasti di far visita ad una tipica fattoria del nord
paraguaiano, con gli animali e la ricca vegetazione. Peccato che la fattoria si
sia rivelata un piccolo parco zoologico con una piscina, un acquario e poco
più; molto triste. Per quanto riguarda la natura, niente da dire, la fattoria è
immersa nella vegetazione e forse per rilassarsi un giorno in famiglia può
andar anche bene. Ma onestamente la nostra delusione è piuttosto grande. Vedere
le due povere scimmie intrappolate nelle gabbia e i pappagalli con le ali
tagliate per impedire loro di volare, viola la nostra anima animalista. Tra un
recinto e l’altro anche qualche tartaruga e un grosso tapiro, tutti che
sembrano alquanto tristi e scontenti di vivere rinchiusi tra le reti.
Approfittiamo del Ristorante della granja per un pasto a base di pesce di lago,
riso e patate al forno. Per finire, un caldo caffè. Da segnalare, sulla strada
verso il Roble, l’attraversamento del Tropico del Capricorno, che taglia in due
il Paese proprio da queste parti. Una breve sosta per le foto di circostanza e
il viaggio continua verso le rosse strade del nord. Dopo aver lasciato la
granja e dopo aver salutato la famiglia paraguaya-tedesca, ci rimettiamo in
cammino verso Concepcion, ma chiediamo ad Alberto di fare una sosta nella
piccola e assonnata Belen. Belen, è un piccolo insediamento gesuitico
considerato tra i più antichi pueblos dell’intero Paraguay. Come consigliato
dalla signora paraguaiana del Roble, facciamo visita al cimitero, passeggiando
lungo le vie deserte e acciottolate di Belen. Una isolata cattedrale di un
pallido giallo ci segnala che dobbiamo svoltare a destra per la visita al
cimitero. Qualche piccola casetta coloniale qua e là con i loro colori oramai
sbiaditi dal sole ci accompagnano lungo la visita del pueblo. Rientrati nella
plaza central, incontriamo Alberto, pronto a riportarci a Concepcion. Si sarà
chiesto tutto il giorno cosa cavolo siamo venuti a fare da queste parti, ma
sarà comunque felice del suo compenso giornaliero. Alle 16.00 rientriamo in
città e dopo la stravagante visita al cimitero di Belen, Alberto ci invita a
visitare quello di Concepcion, molto più grande ed interessante a sua veduta.
Lo accontentiamo e scendiamo dalla macchina sotto gli occhi incuriositi di un
gruppo di paraguaiani intenti a scambiarsi il loro tererè. Una volta rientrati in hotel, grazie sempre al
disponibile Ramon, contattiamo la laguna Blanca, la nostra prossima tappa. E’
fine settimana, e non ci sono posti letto nella riserva, l’unico modo per
alloggiare è la tenda in spiaggia. Ci consultiamo ma decidiamo di fermarsi
lungo la statale 3 e da lì andare a visitare la laguna nella giornata di
Sabato. Prenotiamo all’hotel Piro’y per le due notti di venerdì e sabato.
Usciamo per informarsi del bus che ci accompagnerà a santa Rosa, che sembra
essere un polveroso e anonimo paese adagiato sui bordi della statale. Dopo aver
sistemato il tutto decidiamo di andare verso il porto, per ammirare il tramonto
sul rio Paraguay. Incontriamo due giovanissimi italiani che sono qua a studiare
per un anno e sono molto sorpresi di vederci da queste parti. Del resto lo sono
anche io, non immaginavo di trovare due studenti italiani a queste latitudini.
Mentre il sole si tuffa sul rio, salutiamo la simpatica coppia e ci
incamminiamo verso il centro. Ci fermiamo lungo strada per una cena a base di
pollo e insalata russa. Poi, dopo una passeggiata e alcune compere al
supermercato, rientriamo in albergo dove passiamo un po' di tempo a giocare a
carte e a comunicare con casa. Domani lasceremo Concepcion con un po' di
rimpianto per non aver potuto esplorare a fondo questa regione, resta il fatto
che la cittadina si è rivelata veramente una Perla del Nord.
Dopo la colazione a base di papaya, avocado, pane e burro e caffè,
rientriamo in camera per preparare i nostri zaini, in attesa di lasciare
Concepcion. Ne approfittiamo, in quest’ultima ora di permanenza, per fare
l’ultimo giro per le strade del mercato, e faccio una sosta da un artigiano che
tra le tante cose che produce, ha anche delle chitarre appese al soffitto.
Mentre gli altri continuano a passeggiare, provo a capire la qualità delle chitarre
che mi propone l’artigiano. Mi rendo subito conto che sono prodotti scadenti ma
ne approfitto per fare qualche accordo e formare un piccolo gruppo di
paraguaiani curiosi di vedere uno straniero suonando la chitarra. Ringrazio
tutti, e mi riunisco agli altri per andare a prendere gli zaini. Facciamo una
breve sosta al supermercato per acquistare qualcosa da mangiare durante il
viaggio e poi ci dirigiamo verso plaza Pinedo, dove passerà il bus con
destinazione Asuncion. Salutiamo con un grosso abbraccio Giulia, che da oggi si
dividerà dal gruppo per raggiungere, in serata, le cascate di Iguaçu, dove
l’attende un amico di Buenos Aires. Saliamo sul nostro mezzo in perfetto
orario, e alle 11.30 siamo già fuori dalla città, sulla ruta5. Dopo circa
un’ora e mezza di strada lasciamo la statale che corre dritta verso Juan Pedro
Caballero e il confine del Brasile. A poco più di un’ora dall’incrocio, il
remoto parco nazionale di Cerro Corà, ospita il monumento alla morte del
Maresciallo Lopèz. Sarà per la prossima volta. Dall’incrocio, la statale 3
corre dritta verso sud, tagliando in due il Paraguay orientale, per poi
piegarsi verso occidente in cerca della capitale Asuncion. Noi però ci fermiamo
molto prima, all’altezza di Santa Rosa del Aguaray. Il nostro albergo si trova
lungo la statale, a circa 2 km dal centro cittadino e l’autista si ferma
proprio di fronte al Piro’y hotel. Lo splendido hotel, prenotato la sera
prima grazie alle telefonate del signor Ramon, si presenta con tutti i confort
possibili. Per la ridicola cifra di 150.000g abbiamo a disposizione una camera
doppia con bagno privato all’interno di uno splendido giardino con piscina e
ristorante annesso. Sono solo le 3 del pomeriggio e ne approfittiamo del bel
tempo per un bagno in piscina e per rilassarsi un po'. Quando le temperature si
abbassano leggermente, decidiamo di incamminarci verso il centro, per prendere
informazioni sulla laguna blanca
. Dopo una lunga passeggiata lungo la statale 3, raggiungiamo il fulcro di
Santa Rosa, una polverosa cittadina di provincia costruita ai margini della
strada. Al terminal de Omnibus, scopriamo che il bus per la laguna parte alle 7
del mattino e quindi dovremo contrattare un taxi per farci venire a prendere
all’hotel di buon ora. Conosciamo Osvaldo Fisher, un tassista di poche parole
ma efficace. Ci accordiamo per 30.000g a tratta dalla stazione all’hotel e viceversa.
Poi ci accomodiamo in uno dei comedor del terminal e facciamo cena con carne
alla griglia. Un misto di salsicce, manzo e costillas di maiale; il tutto
accompagnato da un’ottima birra e della manioca. Decidiamo di rientrare al Piro’y, anche
perché oramai è calata la notte e da queste parti c’è ben poco da fare. Osvaldo
ci lascia alla porta dell’hotel e ci conferma che il mattino seguente tornerà
alle 6.30 per prelevarci e portarci alla stazione. Se non potesse lui per motivi ancora da
capire, manderà comunque un compagno di lavoro. Rimaniamo seduti qualche minuto
ai tavoli del giardino per scambiare due parole, poi rientro in camera per una
doccia. Domani mattina sveglia alle 5.30 a.m., quindi meglio non fare tanto
tardi.
Sveglia alle 5.00. !! Non so perché ma quando ho da alzarmi presto la
mattina, dormo sempre male e alle 5.00 sono già in piedi. Come accordi con la
simpatica receptionist, alle 6 la colazione è già pronta e approfittiamo
dell’abbondante buffet. Yogurt, frutta fresca, pane, formaggio, del prosciutto
cotto e due tipi di dolci ci attendono nella tavola imbandita. Caffè e latte
per concludere e tutti fuori per aspettare il taxi. Osvaldo arriva puntuale, e
in pochi minuti ci accompagna al terminal. Dopo pochi minuti, arriva lo
sgangherato autobus della compagnia GALAXI, che per 10.000g ci porta di fronte
all’ingresso della laguna blanca.
Se il giorno prima ha piovuto, o se sta piovendo, scordatevi questa escursione.
Incontriamo per la strada ben tre autocarri appoggiati ad un lato della fangosa
terra rossa. Il tragitto dura circa un’ora e mezzo e l’autobus ci lascia nel
bel mezzo del nulla. Un cancello e un cartello sbiadito dal sole ci indicano la
porta d’ingresso della laguna. Ci incamminiamo tra i campi e dopo circa 10
minuti un pick-up, ci recupera e ci accompagna alla riserva. Ci sono con noi
anche due giovani francesi che dormiranno in tenda nei prossimi 3 giorni.
L’ingresso alla laguna costa 20.000g e il pasto ( che va ordinato prima delle
ore 10.00am) costa ugualmente 20.000g. ( direi onesti ) Peccato la mancanza
della birra. La riserva, è immersa nella natura tipica del “cerrado paraguayo”,
con una grossa quantità di volatili che abitano questa regione. Le acque della
laguna sono paragonate a quelle dei caraibi, anche se così non è; forse la
spiaggia bianca potrebbe ricordarli leggermente, ma niente che possa ricordare
le spiagge caraibiche. Comunque è un’ottima sosta per un po' di relax
all’interno del Paese, soprattutto se si considera che il Paraguay è privo di
mare e qui è uno dei pochi luoghi dove è possibile fare un bel bagno
rinfrescante. Appendere un’amaca o accamparsi, costa veramente poco, mentre un
letto in camerata costa 100.000g a persona. Dopo un caffè e un bagno, me ne
vado con Sandro a fare una passeggiata attraverso dei percorsi segnalati della
riserva. Facciamo due parole con una volontaria di “PARA LA TIERRA” ,
progetto biologico stanziato all’interno della riserva, poi, accompagnati da un
fedele cane, ce ne andiamo a spasso per il cerrado, una distesa e piatta landa
di terra, punteggiata qua e là da qualche pianta tropicale. A un’ora di cammino
ci sarebbero delle dune di sabbia, ma i temporali estivi hanno distrutto e
allagato i percorsi, quindi ci limitiamo a fare un breve anello che ci riporta
dopo un’oretta, alla stazione biologica. Alle 12.00 viene servito il pranzo a
base di milanesa e insalata. Un caffè e poi di nuovo in spiaggia per un po' di
sole e un altro bagno rinfrescante. Per noi è l’unica occasione di poter
immergersi nelle acque rinfrescanti di un lago paraguaiano, anche se poi avrò
l’occasione più avanti di fare il bagno anche nelle acque fangose del rio
Paranà. Ne approfittiamo fino alle 16.00, quando uno dei lavoratori della
riserva, ci riaccompagna al cancello della riserva. L’autobus, dovrebbe passare
a breve, tra le 16.30 e le 17.30, ma ci viene offerto un passaggio in pick-up,
da una coppia di operai di un’impresa di elettrodomestici. Il viaggio verso
Santa Rosa, dura la metà rispetto a quello con lo sgangherato bus della Galaxi, ma arriviamo
alla stazione dei bus completamente ricoperti di polvere rossa. Ci ridiamo
sopra, la barba bianca di Sandro ha assunto un color ramato, mentre i nostri
indumenti sono completamenti ricoperti di terra rossa. Mi ricorda molto il
nostro viaggio burkinabè, quando in motorino, coprimmo i 200km che separavano
Banfora da Gaoua. Raggiungiamo l’hotel sempre grazie al nostro tassista di fiducia
e scappiamo subito in camera per una doccia. Stasera, decidiamo di rimanere in
hotel per la cena. Ristorante ottimo ed economico, ci offre della buona carne
con uova e cipolle. La migliore carne
trovata in tutto il viaggio.
L’autobus per Coronel Oviedo parte alle 9.30 e quindi ne approfittiamo dell’abbondante colazione a buffet del Piro’y hotel. Sempre con l’aiuto di Osvaldo Fischer, raggiungiamo la stazione dei bus. A differenza di quello che ci avevano detto la sera prima, il bus diretto verso sud parte alle 10.20, con circa 50 minuti di ritardo. Il viaggio, attraverso il cuore della regione orientale del Paraguay, corre dritto dritto verso sud, e alle 14.00 raggiungiamo il terminal dei bus di C. Oviedo. Giusto il tempo di usufruire dei bagni pubblici e saliamo su un secondo bus che ci porta fino a Villarrica. L’hotel Guairà, è situato a circa cento metri dalla stazione, quindi lo raggiungiamo senza grossi problemi camminando. Camera doppia con bagno e A/C alla modica cifra di 120.000g. Peccato per la poca cortesia della receptionist. Lasciamo i nostri bagagli, ci rinfreschiamo un po' e poi usciamo alla scoperta di questa città, capoluogo della regione Guairà. Villarrica, è conosciuta per i suoi sette spostamenti nel corso della sua vita. A ricordarlo, c’è un monumento costituito da sette colonne nella plaza de los Heroes. Sul lato orientale della piazza, si erge la facciata bianca del comune, con il teatro situato alle sue spalle. Approfittiamo di un delizioso bar/caffetteria opposto al comune, e mangiamo delle ottime empanadas e assaggiamo degli squisiti dolci. Dopo essersi rifocillati un po', ci dirigiamo verso la cattedrale, che si trova ai margini di Plaza de la Libertad. Continuiamo la scoperta della città, raggiungendo il parco intitolato al poeta paraguayano Manuel Ortiz Guerrero, dove sembra che si aggirino indisturbati, una famiglia di Capibara. Dopo aver chiesto ad un gruppo di amici, raggiungiamo la sponda opposta del laghetto e avvistiamo un paio di Capibara che si stanno rinfrescando nelle acque dei giardini pubblici. Rimaniamo ad osservare le due bestiole, che fino ad ora avevo visto solo nelle figurine Panini di molti anni fa. Lasciamo il parco per raggiungere il simbolo di Villarrica: la chiesa romanica costruita con pietre rosse conosciuta con il nome di Iglesia Ybaroty. Facciamo una breve visita all’interno della chiesa, dove sta iniziando la messa serale della domenica. Ma ciò che ci affascina di più è la facciata, che grazie al tramonto si accende di un rosso intenso. Nella via del ritorno, passiamo per il Mercado Uno, che visiteremo domani mattina e decidiamo di andare a mangiare da un signore italiano, che avevamo contattato tramite mail alcuni giorni prima della partenza. Giusto per cambiare un po' la nostra dieta che al momento si basa solamente di carne. Ci fermiamo alla pizzeria Toro Rosso per un paio di pezzi di pizza e la solita birra fresca. Sfortunatamente, Elio non è in zona, ma passiamo comunque una piacevole serata all’aria aperta, lungo Boulevard Iturbe. La serata si conclude alla reception dell’hotel, dov’è possibile utilizzare il Wi-Fi. Domani sarà il nostro ultimo giorno in compagnia di Susanna e Sandro. I nostri cammini si divideranno dopo nove giorni di allegre chiacchere.
07 MARZO 2016 VILLARRICA
– CAAZAPA’
A differenza delle altre sistemazioni, l’hotel Guairà non ha la colazione inclusa nel prezzo, e quindi decidiamo di tornare nella piazza principale e fare colazione con buona pasticceria e caffè. Da qui, ci dirigiamo verso il mercato, che come al solito, durante la mattina è più animato. Facciamo un giro per vedere se c’è qualcosa di interessante da comprare, ma come al solito ciò che ci attira più l’attenzione, è la zona alimentare, con le macellerie a cielo aperto. Una simpatica macellaia ci racconta la storia di sua figlia che ha lavorato come infermiera in Italia. Banchi di carne, frutta, verdura e altri prodotti alimentari, si mescolano nel fatiscente Mercado Uno. Compriamo un paio di banane per affrontare la mattinata e poi ci dirigiamo verso la stazione dei bus. Con circa 40 minuti di autobus, raggiungiamo la piccola missione francescana di Caazapà. Il bus ci scende di fronte alla statua di Luis Bolano, fondatore della cittadina, e prendiamo un lungo viale adornato di palme che ci accompagna fino alla Plaza Central. Al centro della piazza, svetta il turchese campanile della basilica di San Pablo. Una passeggiata nel parco della basilica e poi ci dirigiamo verso la municipalità. Ci informiamo dell’orario del bus per il ritorno e facciamo pranzo nei pressi della stazione con Vori Vori; di carne naturalmente. Una zuppa con farina, verdure e carne. Sembra ci siano anche degli gnocchi all’interno della zuppa ma non ne siamo certi. Per digerire il nostro pranzo facciamo una lunga passeggiata verso la sorgente Ykuà Bolanos, dove sembra che il santo abbia trovato acqua e dissetato gli indios che si trovavano in piena siccità. Grazie all’aiuto di un simpatico ragazzo, riusciamo ad entrare all’interno del museo che offre un piccolo sguardo sulle comunità indigene, con foto e dipinti di epoche passate. Alle 15.30, saliamo sull’ultimo bus diretto a Villarrica, dove, una volta giunti alla stazione, ci sediamo per sorseggiare un fresco tererè. Osserviamo da vicino la vita dei paraguaiani che affollano la stazione e al tramonto, dopo una buona merenda, rientriamo in hotel per una doccia. Stasera, sarà l’ultima cena in compagnia dei nostri simpatici fiorentini. Condividiamo nel giardino di un ottimo ristorantino un piatto di Picados de carne e birra a volontà. Ci salutiamo dopo nove giorni di condivisione con le lacrime agli occhi, con la promessa di rivederci al più presto in Italia. Le occasioni per rivivere i nostri giorni paraguaiani non mancheranno sicuramente. Intanto, grazie per la compagnia, ciao Susy, ciao Sandro.
Questa mattina, la sveglia suona alle 05.00. Oggi,
dovremo attraversare tre frontiere, e anche se non sono previsti grossi
problemi, è sempre bene partire di buon ora, quando si affronta un viaggio del
genere. Il bus che parte da Villarrica, con destinazione Ciudad del Est, parte
in perfetto orario. Sono le 06.00 di un caldo mercoledì di Marzo ed è anche la
festa della donna, ma me lo ricorderò solo a giornata terminata. Il bus
attraversa la regione orientale del Paraguay, da ovest ad est, lasciando la
regione della Guairà, attraversando quella di Caaguazù per poi terminare la sua
corsa nella città che ha portato per anni il nome del dittatore Stroessner.
Proprio così, la città, fondata nel 1957 prese il nome di Ciudad Presidente
Stroessner, ed è oggi considerata la terza città commerciale più importante del
mondo, dopo Miami e Hong Kong. Anche se a vedere le sue strade niente ricorda
le altre due città. Città di confine con merci di contrabbando che entrano ed
escono dal Paese, ha ben poco da offrire al viaggiatore, se non un po' di shopping o l’escursione alla diga
di Itaipù, seconda diga più grossa al mondo dopo la Three Gorge Dam situata in Cina. Giusto il
tempo di mangiare un sandwich al terminal di Ciudad del Est e saliamo sul bus
della compagnia Rio Paraguay, che con soli 12.000g ci porta fino in Argentina.
Attraversiamo le frontiere di Paraguay, Brasile e Argentina e dopo un’ora siamo
a Puerto Iguazù, nostra destinazione finale. Il passaggio frontiere è
semplicissimo. In Brasile neppure ci fermiamo, mentre in Argentina scendiamo
giusto qualche minuto per apporre il nostro timbro sul passaporto e poi
risaliamo sullo stesso bus. Ci sistemiamo all’hostal Porambo, a pochi passi dal
terminal. Giulia, che avevamo salutato a Concepcion, ci attende con un buon
panino comprato al supermercato e ci riuniamo dopo qualche giorno di
separazione. Visti i costi argentini e la quantità di turisti in giro da queste
parti ( la differenza con il Paraguay da questo punto di vista si nota subito )
optiamo per un letto in camerata al costo di 145$A ( 9.8€). Passiamo il
pomeriggio a spasso per la cittadina di Puerto, cambiamo alcuni euro in Pesos
argentino al cambio di 1 a 15 e poi raggiungiamo il luogo, dove il rio Iguazù,
incontra il grande Paranà. Conosciuto con il nome di Tres Fronteras, il luogo
offre un’ottima vista sui tre Paesi e se possibile ammirare il tramonto da
queste parti è una bella esperienza. Sulla strada del ritorno, visitiamo una
piccola coltivazione di orchidee e un giardino privato dove giungono ogni
giorno, decine di colibrì. Dopo un po' di relax a bordo piscina dell’Hostal,
usciamo per una cena lungo strada a base di pollo in salsa di mostarda e del
manzo criollo. Prima di andare a dormire, facciamo due chiacchere con Stefano,
uno svizzero di Lugano che si sparerà sei mesi di sud America, ed è appena
arrivato. Per domani, grosse
aspettative, anche se le previsioni metereologiche non promettono nulla di
buono.
Le aspettative sono tante, ma il tempo e il clima non sono dalla nostra parte. Diamo un’occhiata alle previsione per domani, pensando di rimanere un giorno in più a Puerto, ma anche per domani non ci sono grosse speranze ( falso ). Farsi un giorno in ostello per poi prendere la pioggia domani non ci sembra un’ottima idea: tanto vale prendersi l’acqua oggi. E così decidiamo di partire sotto la pioggia per le cascate. Prima però approfittiamo della colazione offerta dall’Hostal e alle 9.45 decidiamo di uscire, nonostante la pioggia. Naturalmente, arriviamo alla stazione dei bus che siamo già piuttosto bagnati, ma non ci possiamo far niente. Saliamo sul bus che in pochi minuti ci porta all’entrata del parco, e non siamo assolutamente gli unici. Sta piovendo ancora, ma la gente non si ferma di certo di fronte ad una semplice pioggia quando c’è da vedere una delle sette meraviglie del mondo naturale. L’ingresso al parco costa 260$A, l’equivalente di 17€ e qualche centesimo, ma ne vale la pena. Raggiungiamo con una breve passeggiata, la stazione del trenino, che accompagna i turisti ai vari siti d’interesse del parco. Noi scendiamo alla stazione Cataratas, dove è possibile effettuare due cammini differenti: quello Superiore e quello Inferiore. Incominciamo ad addentrarci nella fitta vegetazione, attraverso quello inferiore e incominciamo ad incontrare le prime piccole cascate del parco. Dopo circa venti minuti di cammino raggiungiamo il Salto Bossetti, e sperimento da vicino la forza della natura. Un nodo alla gola mi sorprende e inizio a piangere dall’emozione. Non me lo aspettavo assolutamente, e un simpatico brasiliano accanto a me, appena mi vede, mi abbraccia intensamente e incomincia ad urlare e a dire che la natura è Dio e che può fare cose indescrivibili. Siamo completamente bagnati, ma l’emozione è così tanta che non ci facciamo neppure caso. Riabbraccio per la seconda volta il brasiliano che sta continuando ad urlare, e lo saluto ringraziandolo della condivisione. Secondo me, il cammino inferiore offre gli scorci migliori del parco, con l’isola di San Martino e le cascate alle sue spalle. Lo scenario naturalistico è impressionante. Per compiere il cammino inferiore, impieghiamo circa un’ora, poi ci fermiamo al bagno per strizzare i nostri indumenti. Giusto qualche minuto, poi tanta è l’emozione che decidiamo di proseguire. Per il cammino superiore è necessario un’altra ora, e una passerella conduce il visitatore fino al centro del rio Iguazù, dove le sue acque precipitano, formando le famose cascate. La pioggia sta rallentando e rientriamo alla stazione per raggiungere la famosa Garganta del Diablo. Anche qui, una passerella, ci aiuta a raggiungere la zona dove una bandiera Argentina, indica il punto più estremo delle cascate. Di là, c’è il Brasile. Bagnati, ma soddisfatti, rientriamo alla base in compagnia di Stefano, lo svizzero, che incontriamo proprio alla fermata del bus. Visti i costi molto più elevati rispetto al Paraguay, siamo costretti a cambiare altri euro per poi rientrare in ostello. La pioggia non cessa, e dopo una doccia calda, ne approfittiamo per un paio di chiamate in Italia, un paio di birre locali, dell’ottima lettura e poi a letto.
10 MARZO 2016 ENCARNACION
Nonostante la giornata
bagnata di ieri, lasciamo l’Argentina con la mente rivolta alla magnificenza
delle cascate. Saliamo sull’ottimo bus della Horiansky e in cinque ore
raggiungiamo la cittadina di Posadas, situata sulla sponda meridionale del
fiume Paranà. Al terminal, prendiamo un bus cittadino che attraverso il ponte
che collega i due Paesi, ci riporta in Paraguay. I bus, sono molto regolari, ce
n’è uno ogni 20/30 minuti e il costo è di soli 4.000g. C’è da scendere
all’immigrazione argentina per apporre il timbro d’uscita, e non riusciamo a
risalire sullo stesso bus. Nessun problema, dopo pochi minuti ne giunge un
altro che in 10 minuti ci scende al terminal di Encarnación. In questo caso non
siamo obbligati a scendere all’immigrazione paraguaiana perché abbiamo già il
visto d’ingresso dell’aeroporto. A due passi dal terminal, si trova l’hotel
Germano che ci accoglie con le pareti tappezzate di scritture riprese dalla
bibbia. Quello che mi colpisce di più recita così: “ Alejate de la maldad y haz
lo bueno, y tendras siempre un lugar donde vivir. “ L’atmosfera diventa
inquietante quando troviamo sul nostro comodino una bibbia e un crocifisso
sopra il nostro letto. Ben arrivati nella regione delle Missiones. Dulcis in fundo la password del Wi-Fi: SALMO 101. E vista la mia curiosità,
come non andare a sbirciare cosa recita questo salmo:
“La
misericordia y la justicia cantaré; a ti, oh Señor, cantaré alabanzas. Prestaré
atención al camino de integridad ¿Cuándo vendrás, Señor, a mí? En la integridad
de mi corazón andaré dentro de mi casa. No pondré cosa indigna delante de mis
ojos; aborrezco la obra de los que se desvían; no se aferrará a mí. El corazón
perverso se alejará de mí; no conoceré maldad. Destruiré al que en secreto
calumnia a su prójimo; no toleraré al de ojos altaneros y de corazón arrogante.
Mis ojos estarán sobre los fieles de la tierra, para que moren conmigo; el que
anda en camino de integridad[h] me servirá. El que practica el engaño no morará
en mi casa; el que habla mentiras no permanecerá en mi presencia. Cada mañana
destruiré a todos los impíos de la tierra, para extirpar de la ciudad del Señor
a todos los que hacen iniquidad.”
Dopo la digressione
cattolica mi metto a sistemare il mio zaino prima di uscire per dare
un’occhiata alla cittadina di Encarnacion.
Ad appena due quadras dall’hotel incontriamo la cattedrale che al suo
interno ospita tre statue provenienti dalle riduzioni gesuitiche. Percorriamo
la lunga Avenida Mariscal Estigarribia, e raggiungiamo il fulcro della città.
La singolare piazza è un omaggio ai diversi popoli che hanno abitato
Encarnacion. Dagli immigrati ucraini a quelli tedeschi, passando da quelli
giapponesi fino ai nostri concittadini italiani. La piazza è suddivisa in
sezioni dedicate ai singoli Paesi, c’è un giardino giapponese, un monumento ai tedeschi che hanno combattuto
la guerra del Chaco sulle file paraguaiane, e infine una piccola Italia su
piastrelle colorate dei colori della nostra bandiera. Ci fa un po' strano
vedere un monumento dedicato ai nostri cittadini in un angolo remoto del sud
America, ma come abbiamo constatato precedentemente, i nostri avi hanno
partecipato vivamente alla costruzione e alla realizzazione di questo Stato e
di molte cittadine. Nell’angolo settentrionale, una grossa rosa dei venti ci
ricorda da quale parte si trovi il nord, mentre il campanile colorato della chiesa
ortodossa ucraina, svetta ai margini della piazza. Scendiamo lungo calle Carlos
Lopèz e raggiungiamo la Costanera., una lunga via pedonale e ciclabile che
costeggia il rio Paranà. Come ci aveva riferito la nostra amica Susanna, sembra
di essere lungomare a Viareggio negli anni ’60. Noi non lo possiamo confermare,
perché negli anni ’60 non eravamo ancora nati, ma l’atmosfera è veramente
vintage. Dopo aver osservato il sambodromo ( il carnevale di Encarnacion è uno
dei più importanti del sud America ), ci godiamo lo spettacolo che ci offre il
tramonto, seduti ad un tavolo di uno dei bar di playa San Josè. Dalla parte
opposta del fiume, lo skyline di Posada, ci ricorda che siamo a due passi
dall’Argentina. Rientriamo in Hotel per una doccia calda, sperando che non ci
chiedano di recitare un Ave Maria. Per la cena ci limitiamo ad un paio di
spiedini di carne all’angolo settentrionale della stazione dei bus. Sono appena
arrivati due giapponesi, ma rimarranno giusto il tempo per visitare le rovine
di Trinidad e Jesus, poi domani sera rientreranno in Argentina. “E’ naturale,
che cosa ci facciamo in Paraguay ? “ Sembra che in Paraguay il viaggiatore
voglia rimanerci il meno possibile, chissà perché…… io ci rimarrei tanto
volentieri ancora per molto tempo.
11
MARZO 2016 TRINIDAD Y JESUS TAVARANGUE’
Sotto consiglio del nostro santissimo e immacolato receptionist,
andiamo a fare colazione nel patio dei comedor al lato del terminal. Facciamo
colazione con empanadas e caffè, anche perché la scelta non era così
abbondante. Due signori accanto a noi, si stanno mangiando una bistecca di
manzo di almeno 500g e sono solo le 8.00 del mattino. Buon appetito !!!! Lasciamo
il comedor e saliamo sul bus che ci porta fino alle rovine gesuitiche di
Trinidad. Scendiamo lungo la Ruta 6 e a piedi, raggiungiamo l’ingresso del sito
archeologico. Trinidad, è considerato il più importante sito gesuitico-guaranì,
ed è situato in un bellissimo luogo isolato. Oltre alla bellezza del sito, c’è
il vantaggio che le missioni paraguaiane, sono molto meno visitate di quelle
argentine, quindi non è raro trovare il sito completamente a tua disposizione.
Passando attraverso gli archi e le colonne che costituivano le case degli
indios guaranì, si giunge alla larga Plaza. Dal centro del prato, si gode di
una spettacolare vista sull’intero sito, che necessita almeno un’ora per un’accurata
visita. La Iglesia Mayor, è situata nella parte meridionale del sito, ed è
lunga 85 metri. Con la sua larghezza di 43 metri e un’altezza di 14, è
considerata da molti, la più grande e più bella chiesa, delle missioni
gesuitiche. Accanto alla chiesa, la torre campanaria, che conteneva a suo tempo
12 campane. Le sfumature di rosso ocra delle rovine, mescolato all’intenso
verde dei prati e l’azzurro infinito del cielo, formano una quadro naturale
eccezionale. Un’altra torre al lato della chiesa primitiva, svetta in un angolo
del sito e ci invita ad esplorare un altro angolo del sito. Alcune statue di
roccia, rappresentano angeli e santi, sono disposte ai lati delle due chiese,
mentre, alcuni cumoli di terra, indicano la posizione del vecchio cimitero.
Informandoci all’ingresso, veniamo a scoprire che c’è la possibilità di
effettuare delle visite guidate durante la notte a partire dalle 21.00. Visite
che durano un’ora e che sono possibili dal martedì alla domenica. Una breve sosta
al muse del parco e ci dirigiamo nuovamente verso la Ruta 6. La stazione di
benzina Petrosur, funge da stazione dei bus, anche se quello per Jesus è
passato da 20 minuti, e il prossimo passerà solo tra 2 ore. Invece di
aspettare, contrattiamo un taxi che per 7.000g ci porta fino all’ingresso del
sito archeologico. Il costo del biglietto che comprende le due missioni è di
soli 12.500g ( €2.10 ) e comprenderebbe anche la visita alla missione di San
Cosme y Damian, che si trovano a circa 2 ore di bus da Encarnacion. Noi ci
limiteremo solo alla visita delle prime due missioni. Anche se sono molto più
piccole, le rovine di Jesus hanno il loro fascino, e una serie di palme
tropicali adornano il luogo. La chiesa, che non era mai stata terminata,
conserva ancora le sue mura intatte, che svettano con i suoi 11 metri di
altezza. L’entrata, ha un piccolo tocco moresco, visto che gli
architetti che lavorarono qui furono tutti andalusi. Lungo la navata della
chiesa, ci sono due linee di colonne, mentre il battistero sulla destra,
contiene un foro, da dove passava la corda per suonare le campane. Da qui, si
hanno delle bellissime viste sulle palme attraverso le finestre. Jesus, come
del resto Trinidad, è stato dichiarato patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO,
e sono considerati i gioielli del turismo paraguaiano. Con un collettivo,
raggiungiamo di nuovo Trinidad, e saliamo dopo 20 minuti sul bus proveniente da
Ciudad del Est con destinazione Encarnacion. Decidiamo di recarsi al mercato
della Placita, siamo senza pranzo e sono oramai le 15.00. Il nostro pasto naturalmente,
tutto rigorosamente a base di carne, ci viene servito nel reparto comedor del
mercato. Dopo un giro del mercato, raggiungiamo di nuovo la Costanera e, spinto
dal caldo e dal sole, mi immergo nelle acque del fiume Paranà. Questa, playa San
Josè, è la spiaggia più frequentata dai paraguaiani durante i fine settimana
dell’estate, ma oggi sono solo io ad immergermi nelle torbide acque del rio.
Attendiamo il calar del sole con una fresca birra e poi rientriamo per una doccia.
Stasera ci imponiamo di non mangiare carne, e impieghiamo più di un’ora per
finire dentro un ristorante cinese. Non avrei mai immaginato di ritrovarmi all’interno
di un ristorante cinese in Paraguay, ma la nostra voglia di verdura e qualcosa
di diverso da mangiare ci spinge anche a questo.. Dona Susana ( la nostra amica
fiorentina ci segue sempre ) ci invita a sedere ai tavoli del ristorante, e ci
delizia con dell’ottimo riso, della fresca insalata e dei classici involtini
primavera.
Oggi, salutiamo definitivamente Giulia, la cugina di
Elisa, che continuerà il suo viaggio di due mesi, attraverso l’America Latina.
Facciamo colazione tutti e tre insieme, alla stazione dei bus co REVIDO E HUEVOS. Una
colazione abbondante da mattina, fa sempre bene per affrontare le fatiche
giornaliere. Dopo i saluti con Giulia, saliamo sul bus diretto ad Asuncion
delle 09.30 e percorriamo la Ruta Nacional 1 in direzione nord-ovest.
Costeggiamo per la prima ora di viaggio, l’immenso Paranà, che segue il confine
con l’Argentina. Dopo due ore di viaggio, lasciamo la regione di Itapuà, per
entrare in quella di Misiones. Questa regione, è famosa soprattutto per i musei
e le riduzioni Gesuitiche. Qui si trovano le cittadine di San Ignacio, Sanata
Rosa, Santa Maria de Fe’ e Santiago. Questi ultimi 4 pueblos, sono considerati
tra i più belli Treinta Pueblos Jesuiticos, che costituiscono i nuovi
insediamenti religiosi. L’autobus, ci lascia lungo l’venida Josè Felix Bogado,
e dopo qualche esitazione, dovute al fatto che ci eravamo addormentati,
raggiungiamo l’Hotel prescelto. Lo Yexalen, che ha perso l’insegna durante una
tempesta estiva, è un hotel a gestione familiare e per 120.000g sarà la nostra
base per questa notte. Come prima cosa, ritiriamo dei soldi, ma essendo saabto
pomeriggio incontriamo qualche difficoltà, trovando banche chiuse e ATM fuori
servizio. Finalmente, nei pressi di Plaza Central, riusciamo a prelevare dei
contanti, così da poter continuare la nostra visita alla cittadina. La Plaza
San Roque Gonzales, è affollata dai venditori ambulanti di Tererè e dai
tassisti, ma in giro si vedono veramente pochi clienti. Forse il caldo ha
invitato tutta la gente ad una siesta pomeridiana. Facciamo pranzo nei pressi
del museo gesuitico in attesa dell’apertura, che avverrà alle 14.30. Scambiamo
due chiacchere con due allegri anziani, curiosi di conoscere la nostra
provenienza e il motivo della nostra visita. Ci indicano, al lato del portone
di casa, la meridiana, costruita ai tempi delle missioni. Poi un gruppo di
ragazzi che stanno organizzando le festività pasquali, ci chiedo se vogliamo
fare una foto con loro. Salutiamo l’allegro gruppo di ragazzi e raggiungiamo il
museo, dove ci accoglie una piccola guaranì. Sarà lei la guida che ci
accompagnerà attraverso il piccolo museo. Non appena viene a conoscenza della
nostra nazionalità, si mette a piangere, e rimane stupita quando le diciamo che
viviamo a pochi km da Assisi. Più che spiegare a noi la storia delle Missioni,
siamo noi che descriviamo alla guida i luoghi di San Francesco, e il nostro Paese.
Pagherebbe l’oro del mondo per poter far visita al santuario di Francesco,
santo che lei adora tutti i giorni. All’interno del museo, ammiriamo alcune
opere in legno del periodo jesuitico, costruite dagli indios guaranì. In
giardino, un laboratorio di scultura, promuove le tradizioni del popolo indios,
e i giovani partecipano ad alcune classi per riprodurre piccole statue in
legno. Il maestro, riconosce subito al nostra guida della BRADT, scritta da una
teologa inglese, che lui conosce molto bene. Vive a Santa Maria de Fè, a pochi
chilometri da qua, e la descrive come una signora piena di energia e vitalità.
Il maestro, ci invita a visitare il cantiere, dove stanno costruendo il RETABLO
per la festa di Pasqua. Lo ringraziamo per le informazioni e ci dirigiamo verso
la cattedrale. La chiesa è chiusa, ma ai margini della piazza, una serie di
murales creati durante il 3° raduno del MURALISMO LATINOAMERICANO, rendono l’ambiente
molto accogliente. Ai margini di Av. Iturbe, il museo della GUERRA DEL CHACO,
ci ricorda l’inutilità delle guerre e la seconda tragica esperienza bellica, in
cui si vide immischiato il Paraguay. Prima di lasciare la cittadina in
direzione di Tanarandy, sotto suggerimento del maestro del laboratorio,
facciamo un salto al cantiere. I lavori sono in corso, c’è una gran confusione,
con telecamere e giornalisti intenti ad intervistare i responsabili dell’evento.
Diamo giusto un’occhiata, ma poi decidiamo di lasciare l’edificio. Prendiamo la
rossa strada che ci porta a Tanarandy e scorgiamo subito il grosso reticolo
sulla sinistra, dove sarà montato il RETABLO per la processione del Venerdì
Santo. Percorriamo tutto il tratto della Via Crucis fino alla piccola
chiesetta, posizionata a circa 2 chilometri dalla periferia di San Ignacio.
Lungo la strada, alcuni abitanti escono dalle loro abitazioni per fare
conoscenza, mentre un cartello di benvenuto mostra le seguenti parole: LA
COMUNITA DI TANARANDY DA IL BENVENUTO AGLI EXTRATERRESTRI CHE GLI FANNO VISITA.
E forse ci sentiamo davvero degli extraterrestri, seduti sul campo da gioco del
paesello, ammirando i locali mentre giocano al PICKYVOLLEY. Avevamo visto
qualcosa di simile in Tailandia, conosciuto con il nome di TRAKWOW. Una specie
di pallavolo, giocata con teste e gambe. Salutiamo la gente di Tanarandy,
mentre il sole precipita nelle lande occidentali. Giunti nuovamente a San Ignacio,
beviamo una birra e facciamo cena con la onnipresente Milanese. Ad animare la
serata, la partita del sabato sera, e un piccolo gruppo di sostenitori del
Cerro Porteno. Facciamo un salto nella piazza centrale illuminata dalle pallide
luci pubbliche, poi rientriamo verso il nostro albergo.
Ultima giornata in giro per il Paraguay. Oggi, attraverso
la Ruta1, rientreremo verso la capitale, anche se abbiamo deciso di non
addentrarsi nuovamente nei meandri della capitale. Abbiamo deciso di fermarsi
sulle rive del lago Ypacaray, per passare le nostre ultime ore del viaggio. L’autobus
della compagnia Misionera, attraversa la regione collinare di Paraguary e dopo
3 ore e mezza, raggiungiamo i sobborghi di Asuncion. Ci facciamo lasciare a San
Lorenzo, dove le due strade principali del Paraguay si incontrano. La Ruta1 e
la Ruta2, confluiscono in un inferno di traffico e mercati all’aria aperta.
Attendiamo solo pochi minuti e saliamo al volo su un bus cittadino con
destinazione Ypacaray. Noi scendiamo dopo pochi km all’incrocio di Capiatà per
Areguà. Lungo la strada, attendiamo il nostro prossimo passaggio, e scambiamo
due chiacchere con una simpatica signora e una giovane madre di un bebè appena
nato. Le domande sono sempre le solite, ma quella che più ci tormenta è il
motivo per cui abbiamo scelto il Paraguay come nostra meta di viaggio. Oramai
abbiamo imparato anche la risposta giusta: Per la sua gente!! Bastano solo 30
minuti per raggiungere la stazione dei bus di Areguà, se così si può chiamare
il piazzale dove ci lascia l’autobus. Alloggiamo all’hotel Ozli, a pochi passi
dalla spiaggia del lago. Seguendo le orme di John Gimlette, iniziamo la visita
di Areguà, dalla stazione ferroviaria, oramai abbandonata. Il desiderio di John
di rivederla al più presto riaperta, non si è ancora esaudito, ma chissà, come
rimarrebbe di fronte ai vagoni abbandonati sulle vecchie rotaie. A differenza
di Gimlette, non possiamo visitare il Castillo Carlota Palmeras, che in qualche
modo stanno cercando di far riaffiorare dalla giungla, che sta prendendo il
sopravvento. Risaliamo la via del lago fino alla cattedrale, da dove si gode di
un’ottima vista e ci sdraiamo sul verde prato, ascoltando le note di una
chitarra, accerchiata da un gruppo di giovani asuncenos. Dedichiamo un’oretta
allo shopping, anche se le proposte non sono proprio allettanti. Solo qualche
oggetto in ceramica, è degno di essere acquistato. Oggi è domenica, e i
cittadini della capitale sembra che si siano dati appuntamento sulle rive del
lago. La spiaggia è invasa da gruppi di amici e famiglie in cerca fi un po' di
privacy. Mi sembra ancora una volta di essere tornato indietro nel tempo, come
quando, da piccoli andavamo a passare le domeniche, al Lago Trasimeno. Lo
squillo di I-Phone mi riporta comunque al 2016 e ci sediamo ad ammirare i
bambini, che utilizzano un pony, come giostra. Attendiamo il tramonto prima di
rientrare in hotel a preparare gli zaini. Facciamo cena in un bellissimo
cortile di un ristorante, e finalmente c’è la possibilità di avere un menù
vegetariano. Gli accordi con la signora dell’hotel sono chiarissimi. Alle 06.30
partenza con taxi per l’aeroporto. Costo concordato 120.000g.
13 MARZO 2016 ASUNCION
– SAN PAOLO - PARIGI
Il tassista è
puntualissimo e dopo 25 minuti di strade quasi dimenticate dall’illuminazione,
raggiungiamo il piccolo aeroporto Silvio Pettirossi di Asuncion. Anche l’impiegata
GOL al check-in, si stupisce di fronte ai nostri passaporti e come tanti altri
incontrati nel nostro cammino vorrebbe salire con noi e visitare il Bel Paese. La
salutiamo augurandole che un giorno possa realizzare il suo sogno di visitare l’Italia,
mentre ci dirigiamo verso il nostro imbarco. Ultimi acquisti per terminare i
nostri guaranì e poi salutiamo definitivamente questo sorprendente Paese.
Adios Paraguay, mas Bien, hasta la
vista Paraguay !!
Sei ore di coincidenza all’aeroporto di San Paolo e poi
lungo volo intercontinentale verso il vecchio continente.
1 MARZO 2016 PARIGI
– ROMA L’ARRIVO
Il volo non ha avuto nessun contrattempo, siamo giunti a
Parigi in perfetto orario e dopo un paio d’ore di coincidenza siamo saliti sul
volo air france per Roma. Dopo 25 ore di viaggio raggiungiamo l’Italia. In
totale, dall’hotel di Areguà alla nostra adorata casa, abbiamo impiegato 32
ore: un taxi,3 aerei,un autobus e 3 treni, e per finire l’automobile di mio
padre. Viaggio di rientro lunghissimo, ma ne è valsa veramente la pena.
CONCLUSIONI: ( scritte
durante la coincidenza per Parigi… a caldo )
PARAGUAY,
HAY QUE SENTIRLO
È
proprio vero quello che dice il ministero del turismo del Paraguay. "Hay
que sentirlo". Il Paraguay non è un paese per tutti, prima di partire per
questo viaggio, te lo devi sentire dentro. Non perché sia pericoloso o costoso
e neppure perchè sia un paese difficile da visitare. Niente di tutto ciò. Però,
prima di partire per il Paraguay, devi sentire la voglia di attraversarlo in
lungo e in largo, senza aspettative turistiche di grande rilievo. A parte le
rovine gesuitiche-guaranì, le distese verdi del nord, fiumi sempre pronti ad
esondare e modificare la geografia del Paese e una capitale piuttosto anonima,
il Paraguay ha ben poco da offrire. E allora cosa ci si viene a fare fin
quaggiù? Semplice: per riscoprire i veri valori della vita. Riscoprire il
valore della comunità, condividendo tutto con tutti, valorizzare cose che da
noi oramai sono desuete. Un semplice buongiorno con il sorriso tra le labbra
può veramente cambiare il corso della tua giornata. Condividere con estranei il
proprio bicchiere di terere' e raccontarsi un po' della propria vita, facendo
fluire le ore in maniera semplice e senza troppa fretta. Insomma il Paraguay
hay que sentirlo e mi sento felice di averlo sentito. Un paese sconosciuto al
turismo di massa, ma che ti accoglie a braccia aperte con le sue strade rosse,
i suoi uccelli cinguettanti e soprattutto, con la sua fantastica gente.
...............................................................................................................................................................................................................